Il RANCORE.

Non è tra il numero delle virtù,
già il nome suona ostico,
qualche volta noi pure
caschiamo nella sua rete,
ne diventiamo schiavi e,
coltivandola in segreto
la conserviamo nel cuore,
quale nuova forza, ci diciamo,
per difenderci,
ma dobbiamo riconoscere che,
questo è il sentimento più vile.
Dimentichiamo spesso la debolezza
di cui siamo schiavi,
e spesso ci lasciamo cullare in questa,
senza reagire in maniera coraggiosa
per allontanarla dal nostro cuore,
anche se torti abbiamo o pensiamo
ci siano stati procurati.
    Il contrario del rancore è
il perdono, ma
anche questo ci costa darlo,
perché in noi entrano
tanti pensieri e fattori discordanti,
per cui pensiamo che
il donarlo sia, da parte nostra,
una grande debolezza e,
così saremo sempre alla berlina
dei più,
e per tutta la vita schiavi di
questa situazione.
Diciamocelo, un simile pensare,
non entra nel cuore di
un uomo coraggioso,
di uno che vuole vivere la libertà,
perché la forza del perdono,
che dobbiamo acquisire,
ci renderà, davanti a tutti,
quali persone
che possiedono un cuore e
questo sempre attento.