LA MISERICORDIA di DIO
di Baloo
Nel messaggio augurale per la Pasqua, il papa Francesco, dice che prova grande gioia verso tutti nel poter proferire due semplici parole augurali che sono : “Buona
Pasqua”.
Due semplici parole che racchiudono nel loro significato, un grande avvenimento storico, carico di fede nel Risorto. E’ questo, infatti, l’annuncio di una verità profonda, che ha
avuto testimoni credibili, che ha rinnovato il mondo, racchiuso ora in quel semplice saluto.
Non è da confondere con il semplice saluto, di cui noi siamo abituati ogni giorno col: Buon Giorno, ma è un invito ad aprirci con “Buona Pasqua”, alla vita nuova di grazia che
solamente il Risorto è in grado di offrirci. E’ saluto e augurio insieme, rivolto a tutti e che deve raggiungere tutti gli uomini, in tutte le situazioni della vita, all’uomo che è già in
possesso di gioia e di grazia, perché l’accresca e la comunichi, a quello malato, in carcere, sofferente di quella sofferenza che molte volte deriva dalla cattiveria stessa del fratello.
In tutti i cuori, questo augurio, deve seminare la buona notizia: Gesù è risorto da morte, c’è quindi speranza perché non si è più sotto il potere del peccato e del male.
Con la risurrezione di Cristo da morte, ha vinto l’amore e la misericordia di Dio. Anche noi dobbiamo domandarci, come già le donne al sepolcro, che senso abbia questo avvenimento
per la nostra vita. (Lc 24,4).
Ma cosa significa che Gesù è risorto?
La risposta è grande: l’amore di Dio è talmente forte ed è più potente del male e della stessa morte; questo amore può trasformare la nostra vita, se noi lo permettiamo, e far
rifiorire quelle zone del nostro cuore impadronite dal deserto che opera la morte su tutto.
Questo cambiamento può essere realizzato solo da Dio, con la nostra adesione, è Lui infatti che nel Figlio è andato fino in fondo nella via del dono di sé e dell’umiltà, fino agli
inferi, luogo dove non c’è presenza di Dio. E’ il suo amore che ha inondato di nuova luce il
corpo di Gesù morto, lo ha trasfigurato, facendolo passare nella vita eterna e lasciando la sua impronta in quel lenzuolo che lo copriva.
Con la risurrezione, Gesù, non è ritornato alla vita terrena di prima, ma è entrato nella vita gloriosa di Dio con la nostra umanità, anima e corpo, aprendoci un futuro di speranza
che anche noi saremo con Lui per sempre.
La Pasqua come passaggio.
La Pasqua è passaggio, è esodo. E’ passare dalla schiavitù del peccato e del male alla libertà, al bene e all’amore, in quanto Dio è solo vita d’amore e la sua gloria è l’uomo
vivente, quindi noi.
La nostra fede ci ricorda che Cristo è morto e risorto una volta per sempre, anche noi risorgeremo in Cristo, vivendo la sua vita, ora la nostra celebrazione annuale è un invito a
rinnovarci in questo passaggio dalla schiavitù del male alla libertà del bene nella vita di
ogni giorno, in attesa del nostro passaggio.
I deserti da pianificare.
In quest’epoca di conquista e novità, scopriamo ancora tanti deserti, soprattutto nei cuori di molta gente, e il deserto è la mancanza di vita dell’amore di Dio e del prossimo.
Chi non possiede e vive l’amore, non può custodire tutto quello che il Dio creatore ci ha donato e continua a donarci. Ezechiele (37,1-14), ci ricorda che Dio può far fiorire anche
la terra più arida e, può ridare vita a ciò che era già morto.
Chiamati alla Grazia.
Siamo chiamati ad accogliere la grazia della Risurrezione in questo tempo pasquale, attraverso la misericordia sacramentale del perdono che è l’amore di Dio, dall’amore di Gesù
perché trasformi la nostra vita e così possiamo anche noi diventare strumenti della misericordia e, permettere a Dio di irrigare la nostra terra, custodire il creato e far rifiorire la pace e la
giustizia.
E’ un domandare al Risorto di trasformare la morte in vita, di cambiare l’odio in amore, la vendetta nel perdono e la guerra in pace.
Sappiamo che Cristo è la nostra Pasqua, soltanto attraverso Lui possiamo implorare la pace per il nostro mondo.
Si, pace per il nostro mondo ancora tanto diviso dall’avidità, di chi si approfitta, di chi minaccia la vita e la famiglia, di chi compie un iniquo sfruttamento delle risorse
naturali.
I frutti della Pasqua.
Il Risorto sia conforto a chi è vittima di egoismi, di calamità naturali, di malattie, di povertà e ci renda capaci di custodire in noi il suo amore, perché il suo amore è per
sempre. (Sal 117,1-2).
E’ Pasqua quando permetto al Risorto di cambiarmi in quel mio aspetto non buono che può nuocere agli altri, così permetto alla vittoria del Cristo di affermarsi nella mia vita,
allargando la sua azione benefica. E’ questa la forza della grazia, senza di essa non possiamo nulla.
Il dono del sacramento battesimale che abbiamo accolto nella fede, ci ha aperto un cammino di grazia con Cristo e ci rende strumento e portatori di nuova linfa per i fratelli.
Noi siamo tralci di un’unica vite, alimentati continuamente dalla linfa, solo se rimaniamo uniti a Lui, mantenendo in noi la Grazia.