TRIDUO PASQUALE

 

Il triduo pasquale della Passione e della Risurrezione del Signore è il culmine di tutto l’anno liturgico. Ha inizio con la Messa della Cena del Signore, ha il suo centro nella Veglia pasquale e si chiude con i vespri della domenica di 

 

GIOVEDI’ santo.

Verso sera, più o meno nell’ora che Gesù istituì l’Eucarestia e il sacerdozio nel corso dell’ultima sua cena pasquale prima della Passione, i fedeli si ritrovano per la Messa vespertina dove si rivive una intensa emozione quei momenti tanto desiderati da Gesù. (Lc. 22, 15), “che amò i suoi fino alla fine”. (Gv. 13,2).Nella liturgia della Parola viene evocata la celebrazione della prima Pasqua, la notte in cui il Signore liberò il suo popolo dalla schiavitù d’Egitto. La Pasqua era un “memoriale” perché rinnovava ogni volta la fede e la speranza nella volontà divina di salvezza. A distanza di poco più di venti anni dalla Pasqua di Gesù, l’apostolo Paolo, riferisce la tradizione apostolica sulla istituzione dell’Eucarestia, che ha dato all’antica Pasqua un nuovo significato: è il: “memoriale della Passione, della Risurrezione dai morti e dell’ascesa al cielo di Gesù, Figlio di Dio e nostro Signore, attraverso questo avvenimento della morte e risurrezione ha liberato l’umanità dal peccato.

Gesù istituiva il sacerdozio con queste parole: “fate questo in memoria di me”.

Offrendo la propria vita in riscatto per tutti, Cristo è venuto a servire l’umanità intera (10,45), questo gesto compiuto da Gesù nell’ultima Cena, esprime drammaticamente un servizio reso in umiltà e amore, che obbliga i credenti a trovare nell’amore la forza e la generosità per servire i fratelli. “Sapendo queste cose, disse Gesù, sarete beati se le metterete in pratica” (Gv. 13,17).  

 

VENERDI’ santo.

 

In questo giorno in cui – Cristo nostra Pasqua è stato immolato - , la Chiesa con la meditazione della Passione del suo Signore e Sposo e con l’adorazione della Croce commemora la sua origine dal fianco di Cristo, che riposa sulla Croce, e intercede per la salvezza di tutto il mondo.

Oggi, per antichissima tradizione, non si celebra l’Eucarestia, la santa comunione conservata dopo la Cena del Signore, viene distribuita ai fedeli soltanto durante la celebrazione della Passione del Signore. In questo giorno la Chiesa ricorda e vive la penitenza (digiuno e astinenza dalla carne) .

In questo giorno viene presentata la Croce personalmente per l’adorazione ad ogni singolo fedele, perché l’adorazione personale è un elemento molto importante in questa celebrazione.

Dopo la celebrazione gli altari vengono spogliati, rimangono solo la Croce con i candelieri.

 

SABATO santo.

 

In questa giornata la Chiesa non celebra nessuna liturgia, è giorno di silenzio e di preghiera, in attesa della Pasqua, a tarda sera, inizierà la Veglia pasquale, vengono lette particolari testi che ricordano l’intervento di Dio in favore del suo popolo.

La Veglia pasquale, in cui gli ebrei attesero di notte il passaggio del Signore che li liberasse dalla schiavitù dal Faraone, fu da loro osservata come memoriale da celebrarsi ogni anno; era la figura della futura vera Pasqua di Cristo, cioè della notte della vera liberazione, in cui “Cristo, spezzando i vincoli della morte, risorge vittorioso dal sepolcro”. E’ la solennità delle solennità, la Pasqua, celebrata dalla Chiesa fin dall’inizio con la Veglia notturna. Attraverso il Battesimo e la Cresima, anche noi siamo stati inseriti nel mistero di Cristo: morti, sepolti e risuscitati con lui, per regnare anche con lui. La Veglia è attesa escatologica della venuta del Signore.

La Veglia segue questi momenti:

Prima parte: dopo il lucernario (accensione del nuovo fuoco, del Cero pasquale e delle candele dei ministri e fedeli) e il canto del preconio pasquale ( che proclama tutto il mistero della Pasqua).

Seconda parte o liturgia della Parola: si medita le meraviglie che il Signore ha compiuto per il suo popolo.  

Terza parte: liturgia del Battesimo (se ci sono dei battezzandi) e rinnovo delle promesse battesimali.

Quarta parte: l’assemblea viene invitata alla mensa (celebrazione eucaristica) mensa che il Signore ha preparato al suo popolo, memoriale della sua morte e Risurrezione, in attesa della sua venuta.

 

 

SOLENNITA’ della PASQUA

 

La predicazione evangelica degli apostoli fu sostanzialmente l’annunzio della morte e risurrezione del Signore, che riflette la sua luce su tutto il mistero di Cristo Figlio di Dio, il quale si è fatto uomo ed è morto affinché chi crede in lui ottenga la salvezza. Dopo l’alba della prima Pasqua cristiana l’universo intero è nuovo, perché riconciliato con Dio (Col. 1,20) e tutte le creature anelano alla manifestazione dei figli di Dio. (Rom. 8,19). Tutti i fedeli sanno, che risorti con Cristo, la loro vita “è ormai nascosta con Cristo in Dio” e sanno a quale gloria sono chiamati; la tribolazione del momento procurerà una smisurata gloria, importante è non fissare lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. (2 Cor. 4,17-18). Il cristiano deve essere genuino come un pane senza lievito (segno di corruzione per gli antichi), rinnovandosi ogni giorno. Troviamo impreparazione nei discepoli di Cristo al riguardo della risurrezione, ma questa esalta la novità assoluta dell’evento, perché la certezza risale nella Parola di Dio, il Padre infatti glorificherà il Figlio per aver compiuto fino alla morte di croce la sua volontà. La Parola di Dio è indiscutibile e nello stesso tempo garante di verità e di vita.

 

 

TRACCIA di RIFLESSIONE:

Gesù che al venerdì è morto sulla croce e al tramonto è stato sepolto nel sepolcro nuovo di Giuseppe di Arimatea, il primo giorno dopo il sabato, risorge da morte. La Veglia pasquale ci aiuta a fissare lo sguardo sul Risorto, solamente da Lui viene a noi la vera Luce che rischiara ogni uomo che viene in questo mondo e il mondo stesso. E' questa la notte in cui il Signore è passato dalla morte alla vita. E' la notte in cui il popolo d'Israele è rimasto illeso dal passaggio dell'angelo sterminatore nella terra d'Egitto. In questa veglia le sette letture ci fanno ripercorrere il grande cammino della salvezza, dall'origine del mondo fino al perdono donatoci dal Figlio di Dio attraverso la sua morte in croce e la sua resurrezione. Nella lettera ai Romani (6,3-11)- lettura della Messa della notte - Paolo ci ricorda che la nostra gioia deve essere prova che nel Battesimo siamo già rinati con Gesù.

Deve riflettersi in noi, nel nostro essere e nella nostra condotta, il mistero della morte e della risurrezione del Signore. Questo avviene quando, in forza del battesimo, viene a morire in noi il peccato; quando viene crocifisso l’uomo connivente con la colpa, “l’uomo vecchio”, come dice Paolo, e così rinnoviamo l’esodo, la liberazione; quando, al suo posto, subentra Cristo, l’uomo nuovo, il risorto, il vivente. “Morti al peccato, viventi per Dio”: ecco chi sono i cristiani. Ecco che cosa vuol dire vivere in grazia di Dio. E’ vero che adesso tutto questo si intravede solo, non appare ancora perfettamente. Ma le nostre azioni devono essere il chiaro segno che in noi già opera Gesù risorto; che la veglia pasquale non è una cerimonia, ma è una esperienza di vita che lascia le sue tracce.

E nel Vangelo (Mt 28,1-10) ci dice che ne la morte, le bende e tanto meno la pietra hanno potuto tenere prigioniero il Signore della vita. Lui è risorto (come aveva detto) per portare a tutti i popoli la salvezza da lungo attesa e promessa. Il vangelo ci presenta la premura delle donne che dopo il sabato vanno al sepolcro per terminare la sepoltura con gli unguenti, ma non lo trovano. Un terremoto le spaventa, ma un angelo le rassicura e affida loro il messaggio da portare agli apostoli. Le invita a entrare nel sepolcro e lo trovano vuoto, nel frattempo il Signore si manifesta e loro lo adorano. Ora questo annuncio è affidato a ciascuno di noi, attraverso la nostra vita e al nostro amore per Cristo. I riti del fuoco nuovo, della nuova luce, dell'accensione del cero pasquale e dell'acqua benedetta ci fanno gustare la novità della Pasqua che è invito a rivestirci di Cristo e del suo messaggio di amore. Dopo il lungo cammino quaresimale che ci ha condotti attraverso la preghiera, il digiuno e la carità, la Veglia pasquale diventa la porta che immette nella nuova luce della vera vita, che è Cristo.

 

 

 

 

  

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