Quaresima - A - Domenica delle Palme (Matteo) o della Passione del Signore

Is 50,4-7/Sal 21/ Fil 2,6-11/ Matteo 26,14-75

Il tempo di Gesù si sta compiendo, per questo invia in città i suoi a preparare la cena pasquale. Nel celebrare la Pasqua di ringraziamento, per la liberazione dalla schiavitù egizia, Lui si dona in sacrificio per riscattarci dalla nuova schiavitù del peccato, col nuovo rito. Si dona nel pane e nel vino, che saranno, per sempre, segno della Sua presenza in mezzo a noi. In questa cena, uno dei suoi lo tradisce; Lui viene arrestato e condannato. Pilato, dietro l'insistenza del popolo e dei capi religiosi, lo condanna a morte, proprio quel Gesù che aveva beneficato molti dei suoi cittadini. Viene condotto al patibolo portando la croce sulle spalle e insultato lungo il percorso; inchiodato al legno, schernito dai soldati e dai passanti, pianto dalla Madre e dai pochi intimi in attesa del Suo trapasso. La volontà del Padre, ha trovato soddisfazione nel Figlio obbediente fino alla morte sulla croce, e solo così noi abbiamo conosciuto la grandezza dell'amore di Dio per noi.

TRACCIA di RIFLESSIONE:

 

Siamo giunti nella grande settimana, la più santa di tutto l’anno liturgico, attraverso il cammino di purificazione entriamo già a gustare il mistero della Pasqua: Cristo viene proclamato re e riconosciuto come Messia, mentre fa il suo ingresso in Gerusalemme per dare inizio alla sua passione. Al semplice entusiasmo proclamato dagli umili e dal popolo, seguirà il “crocifiggilo” da parte dei sacerdoti e capi del popolo; in tutta drammaticità si sta per rivelare il conflitto. La processione con i rami di palme ripete ancora oggi questo omaggio regale dei fedeli al suo Signore: con fede umile e riconoscente verso Cristo che va incontro alla morte per noi con la libertà di Figlio. Uniamoci a lui che “portò il peso dei nostri peccati e con la sua morte lavò le nostre colpe e con la sua risurrezione ci donò la salvezza”

E’ “Benedetto Colui che viene nel nome del Signore”

Nel racconto della passione del Signore troviamo gli Evangelisti concordi nel raccontare il fatto, ma ciascuno di essi presenta una particolare caratteristica.

Matteo presenta Gesù già compenetrato dalla luce pasquale, Cristo domina gli eventi ed è padrone del suo destino, in lui c’è una potenza che fa trapelare in suo essere divino.

Marco presenta Gesù come il “Servo di Dio” che va alla morte in una solitudine estrema, ma in questa tragedia è già in opera l’onnipotenza di Dio.

Luca sottolinea l’innocenza e la mansuetudine di Gesù, nella sua sofferenza è proteso verso coloro che lo circondano, un atteggiamento buono verso le pie donne e il ladrone pentito.

Giovanni sottolinea come Gesù vada volontariamente incontro alla morte per compiere la volontà del Padre. Sulla croce Gesù è il vincitore, la sua morte non è sconfitta, ma glorificazione alla destra del Padre.

Nella prima lettura la profezia ci presenta già come il Servo di Dio non si sottrae agli insulti e agli sputi, ma mostra una grande confidenza nel Signore.

Nella seconda lettura, Paolo, ci ricorda che Cristo “umiliò se stesso e Dio lo ha esaltato”. Dobbiamo risentire in noi questi avvenimenti: Cristo li ha patiti per noi. Gli eravamo presenti e ognuno deve dire: per me il Signore è stato tradito ed ha sudato sangue; per me ha subito gli sputi e gli schiaffi; per me è stato bastonato, ha portato la croce, denudato , è morto ed è stato sepolto. E’ la passione che ripassa nel cuore di ogni discepolo, della Chiesa, che la ripercorre con la sofferenza e la riconoscenza della sposa fedele.

 

Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Siamo al culmine del tempo quaresimale, le trame del tradimento ormai si vanno componendo, Gesù non si volge indietro, è venuto per fare la volontà del Padre. Lui si consegnerà ai suoi nella cena di pasqua, nel sacramento del pane e del vino, perchè vuol rimanere presente in mezzo a noi anche come cibo e bevanda per la vita eterna, e ci inviterà a mangiare della sua carne e a bere del suo sangue. Lo troveremo poi, solo, nel Getsemani in preghiera. Anche ai suoi più intimi, invitati a vegliare e a pregare, o dormono o fuggono, confusi nel loro cuore. La loro forza, quando sopraggiungono i soldati, è riposta non nella fede, ma nella spada. Cristo fa capire che la sua missione non si difende con le armi, ma con l'obbedienza. Lui è il servo obbediente che va fino in fondo alla sua missione, anche se il prezzo è altissimo, è dare la sua vita. Il testo della passione che abbiamo ascoltato, ci presenta come le autorità e la folla, abbiano già decretato la sua fine. Sarà colpito con una canna, fustigato e deriso, condotto al Golgota per la crocifissione, darà il suo sangue per la remissione dei peccati. Tutto questo dolore e sofferenza in lui non genera ne odio, ne violenza, bensì invocazione di perdono e affidamento nelle mani del Padre. L'unica pietà la troviamo in quelle mani che raccolgono il suo corpo e lo compongono per la sepoltura. Ora lo vediamo deposto in una tomba nuova, sorvegliato a vista, benché morto, perchè il suo corpo non sia trafugato, da un drappello di soldati. Ma è la vita a trionfare, perchè la pietra scivolerà via, le bende che avvolgevano il suo nudo e piagato corpo, rimangono in ordine al loro posto, e Lui entra nella gloria del cielo. Altro segno, ci dice l'evangelista, l'asciugatoio, che era sul suo volto, ora è piegato e a parte. Nella passione del Signore troviamo gli Evangelisti concordi nel raccontare il fatto, ma ciascuno presenta una particolare caratteristica. Matteo presenta Gesù già compenetrato dalla luce pasquale, Cristo domina gli eventi ed è padrone del suo destino, in lui c’è una potenza che fa trapelare il suo essere divino.

Per Marco, Gesù è il – Servo di Dio – che va alla morte in una solitudine estrema, ma in questa tragedia è già in opera l’onnipotenza di Dio.

Luca sottolinea l’innocenza e la mansuetudine di Gesù, nella sua sofferenza è proteso verso coloro che lo circondano, un atteggiamento buono verso le pie donne e il ladrone pentito.

Giovanni sottolinea il fatto che Gesù va volontariamente incontro alla morte per compiere la volontà del Padre. Sulla croce Gesù è il vincitore, la sua morte non è sconfitta, ma glorificazione alla destra del Padre.

Nella prima lettura la profezia ci presenta già come il Servo di Dio non si sottrae agli insulti e agli sputi, ma mostra una grande confidenza nel Signore.

Nella seconda lettura Paolo ci ricorda che Cristo “umiliò se stesso e Dio lo ha esaltato”.

DAVANTI A TE, SIGNORE
DAVANTI A TE, SIGNORE

OROSCOPO di vita Scout

  clicca l'icona!!!!!!!!!!!!!!

Oroscopo di Vita Scout.pps
Presentazione Microsoft Power Point 5.8 MB

W gli Scouts

Nel bosco c'è

la luce

per un buon cammino..