IN ASCOLTO DELLA PAROLA 

 

 

            del SIGNORE PER IL

 

NUOVO ANNO LITURGIC0 - B

 

 

                                            Settimana di grazia.

 

Dopo il trionfale ingresso

in Gerusalemme,

abbiamo dei momenti particolari

nel cammino verso la Risurrezione.

Al lunedì, una donna

unge i piedi di Gesù.

Al martedì, Gesù annunciare

che sarebbe tradito

da uno dei dodici suoi amici.

Il mercoledì, Gesù conferma

che Giuda lo avrebbe tradito.

Al giovedì, Gesù si dona come pane

per la vita del mondo,

e istituisce il sacerdozio

per questo sacramento.

Il venerdì, ricordiamo

la passione e morte del Signore

in croce.

Il sabato, Gesù scende agli inferi

e libera i giusti dalla morte.

La domenica, Gesù ha trionfato sulla morte,

e dona a noi la possibilità,

se crediamo in lui,

di raggiungerlo

nella pienezza della vita.

Lui è risorto,

la morte non ha nessun potere

sul figlio di Dio.

Settimana di grazia,

perché senza l'offerta di Gesù

sulla croce,

noi non potevamo essere salvati.

In questa settimana,

in modo particolare,

celebriamo l'amore di Dio padre

nei nostri confronti,

perché sacrificando suo figlio,

ci ha accolti come figli

e ci chiama alla beatitudine eterna.

Camminiamo con gioia

incontro al Signore.

 

 

 

Saperlo è importante.

 

È certamente cosa bella sapere che

quando noi ci sentiamo

come un “ asino “,

il Signore ha bisogno di noi.

Proprio lui al quale nulla è impossibile,

sceglie la nostra umiltà

per realizzare il suo progetto di salvezza.

Dobbiamo però dire che

per noi non sempre

è facile sentirsi

come un asino.

Quello che ci presenta Marco,

l'evangelista,

era per di più legato,

o perché non scappasse,

o perché altri non lo rubassero.

Il Signore però, dopo essere entrato

trionfalmente in città,

senza tanto trionfalismo,

anche se applaudito da una folla

che forse non sapeva quello

che faceva,

lo ha restituito al proprietario.

Il Signore, quando ci trova pronti,

ci usa per le sue missioni

di salvezza, e poi ci restituisce

alla nostra vita, per condividere

l'esperienza provata sotto di lui.

È un invito questo che

il tema della Domenica delle palme

offre a ciascuno di noi.

Anche noi siamo invitati

ad entrare trionfalmente

nel regno dei cieli,

solo se il nostro cammino quotidiano

è segnato dalla virtù dei santi,

la santa umiltà.

Questo è il vero cammino liberatorio

che ci rende contenti

quando come un asinello

ci rendiamo disponibili a tutto.

Auguri di buon lavoro.

 

 

 

 

TRIDUO PASQUALE

 

Il triduo pasquale della Passione e della Risurrezione del Signore è il culmine di tutto l’anno liturgico. Ha inizio con la Messa della Cena del Signore, ha il suo centro nella Veglia pasquale e si chiude con i vespri della domenica di Risurrezione.

GIOVEDI’ santo.

Verso sera, più o meno nell’ora che Gesù istituì l’Eucarestia e il sacerdozio nel corso dell’ultima sua cena pasquale prima della Passione, i fedeli si ritrovano per la Messa vespertina dove si rivive una intensa emozione quei momenti tanto desiderati da Gesù. (Lc. 22, 15), “che amò i suoi fino alla fine”. (Gv. 13,2).Nella liturgia della Parola viene evocata la celebrazione della prima Pasqua, la notte in cui il Signore liberò il suo popolo dalla schiavitù d’Egitto. La Pasqua era un “memoriale” perché rinnovava ogni volta la fede e la speranza nella volontà divina di salvezza. A distanza di poco più di venti anni dalla Pasqua di Gesù, l’apostolo Paolo, riferisce la tradizione apostolica sulla istituzione dell’Eucarestia, che ha dato all’antica Pasqua un nuovo significato: è il: “memoriale della Passione, della Risurrezione dai morti e dell’ascesa al cielo di Gesù, Figlio di Dio e nostro Signore, attraverso questo avvenimento della morte e risurrezione ha liberato l’umanità dal peccato.

Gesù istituiva il sacerdozio con queste parole: “fate questo in memoria di me”.

Offrendo la propria vita in riscatto per tutti, Cristo è venuto a servire l’umanità intera (10,45), questo gesto compiuto da Gesù nell’ultima Cena, esprime drammaticamente un servizio reso in umiltà e amore, che obbliga i credenti a trovare nell’amore la forza e la generosità per servire i fratelli. “Sapendo queste cose, disse Gesù, sarete beati se le metterete in pratica” (Gv. 13,17).

 

VENERDI’ santo.

 

In questo giorno in cui – Cristo nostra Pasqua è stato immolato - , la Chiesa con la meditazione della Passione del suo Signore e Sposo e con l’adorazione della Croce commemora la sua origine dal fianco di Cristo, che riposa sulla Croce, e intercede per la salvezza di tutto il mondo.

Oggi, per antichissima tradizione, non si celebra l’Eucarestia, la santa comunione conservata dopo la Cena del Signore, viene distribuita ai fedeli soltanto durante la celebrazione della Passione del Signore. In questo giorno la Chiesa ricorda e vive la penitenza (digiuno e astinenza dalla carne) .

In questo giorno viene presentata la Croce personalmente per l’adorazione ad ogni singolo fedele, perché l’adorazione personale è un elemento molto importante in questa celebrazione.

Dopo la celebrazione gli altari vengono spogliati, rimangono solo la Croce con i candelieri.

 

SABATO santo.

 

In questa giornata la Chiesa non celebra nessuna liturgia, è giorno di silenzio e di preghiera, in attesa della Pasqua, a tarda sera, inizierà la Veglia pasquale, vengono lette particolari testi che ricordano l’intervento di Dio in favore del suo popolo.

La Veglia pasquale, in cui gli ebrei attesero di notte il passaggio del Signore che li liberasse dalla schiavitù dal Faraone, fu da loro osservata come memoriale da celebrarsi ogni anno; era la figura della futura vera Pasqua di Cristo, cioè della notte della vera liberazione, in cui “Cristo, spezzando i vincoli della morte, risorge vittorioso dal sepolcro”. E’ la solennità delle solennità, la Pasqua, celebrata dalla Chiesa fin dall’inizio con la Veglia notturna. Attraverso il Battesimo e la Cresima, anche noi siamo stati inseriti nel mistero di Cristo: morti, sepolti e risuscitati con lui, per regnare anche con lui. La Veglia è attesa escatologica della venuta del Signore.

La Veglia segue questi momenti:

Prima parte: dopo il lucernario (accensione del nuovo fuoco, del Cero pasquale e delle candele dei ministri e fedeli) e il canto del preconio pasquale ( che proclama tutto il mistero della Pasqua).

Seconda parte o liturgia della Parola: si medita le meraviglie che il Signore ha compiuto per il suo popolo.

Terza parte: liturgia del Battesimo (se ci sono dei battezzandi) e rinnovo delle promesse battesimali.

Quarta parte: l’assemblea viene invitata alla mensa (celebrazione eucaristica) mensa che il Signore ha preparato al suo popolo, memoriale della sua morte e Risurrezione, in attesa della sua venuta.

 

 

SOLENNITA’ della PASQUA

 

La predicazione evangelica degli apostoli fu sostanzialmente l’annunzio della risurrezione del Signore, che riflette la sua luce su tutto il mistero di Cristo Figlio di Dio, il quale si è fatto uomo ed è morto affinché chi crede in lui ottenga la salvezza. Dopo l’alba della prima Pasqua cristiana l’universo intero è nuovo, perché riconciliato con Dio (Col. 1,20) e tutte le creature anelano alla manifestazione dei figli di Dio. (Rom. 8,19). Tutti i fedeli sanno, che risorti con Cristo, la loro vita “è ormai nascosta con Cristo in Dio” e sanno a quale gloria sono chiamati; la tribolazione del momento procurerà una smisurata gloria, importante è non fissare lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. (2 Cor. 4,17-18). Il cristiano deve essere genuino come un pane senza lievito (segno di corruzione per gli antichi), rinnovandosi ogni giorno. Troviamo impreparazione nei discepoli di Cristo al riguardo della risurrezione, ma questa esalta la novità assoluta dell’evento, perché la certezza risale nella Parola di Dio, il Padre infatti glorificherà il Figlio per aver compiuto fino alla morte di croce la sua volontà. La Parola di Dio è indiscutibile e nello stesso tempo garante di verità e di vita.

 

 

 DOMENICA di Pasqua - (Giovanni)

Egli doveva risuscitare dai morti - PASQUA di RESURREZIONE -

At 10,34.37-43/Sal.117/ Col 3,1-4 o 1 Cor 5,6-8/ Gv. 20,1-9 o

 Lc. 24,1-12

Tutta la sua predicazione ed anche mortificazione, tutto il bene fatto al povero come al disgraziato, malato o affamato, al peccatore incallito non poteva che portare a questo grande momento per dar conferma che veramente Lui era ed è il Signore. Venuto in mezzo a noi, si è fatto uno di noi nella debolezza e nel bisogno, eccetto il peccato, per salvarci dal nostro pantano. Questa sua forza e potenza già prima annunciata e dimostrata contro l'antico tentatore, che dopo i quaranta giorni di digiuno coglie la sua debolezza per provarlo, ma non riesce a dominarlo. Ed ecco che le donne, quali prime messaggere e testimoni del grande avvenimento corrono da Pietro e dall'altro discepolo che il Maestro amava per riferire l'accaduto, i due corrono insieme verso il sepolcro per accertare la parola appena ricevuta. Meraviglia e timore, la tomba è vuota. Il Maestro ha mantenuto la promessa: "il terzo giorno risorgerò", la morte è stata sconfitta l'uomo è stato perdonato, è festa nei nostri cuori. Alleluia!
TRACCIA di RIFLESSIONE:

La predicazione evangelica degli apostoli fu l'annuncio della resurrezione del Signore, che riflette la sua luce su tutto il mistero di Cristo Figlio di Dio, il quale si è fatto uomo ed è morto affinché chi crede in lui ottenga la salvezza. Risorti con Cristo, la nostra visita è "ormai nascosta con Cristo in Dio" e il nostro pensiero è nella gloria che ci aspetta; l'impreparazione dei discepoli di Cristo di fronte alla Risurrezione (ci dice il Vangelo) esalta l'imprevedibilità e novità assoluta dell'evento, la cui certezza risale innanzi tutto alla parola di Dio, cioè all'impegno del Padre di glorificare il Figlio per avere egli compiuto fino alla croce la sua volontà. La promessa di Gesù trova anche oggi pieno compimento, è Risorto. Il giorno dopo il sabato, Maria di Magdala sale al sepolcro. Due giovani nel sepolcro rimproverano questa ricerca, ricordando che Gesù aveva annunziato la sua risurrezione.  La pietra è ribaltata, il sepolcro è vuoto, il lenzuolo è al suo posto, il sudario piegato in un luogo a parte. Lei la prima messaggera annuncia ai discepoli quello che è accaduto. Così Pietro e Giovanni vanno al sepolcro, Giovanni vi arriva per primo...non entra e attende Pietro, entra, vede e crede. I discepoli avevano sentito da Gesù che egli sarebbe risorto il terzo giorno, quella parola non aveva generato una vera certezza, quella parola non aveva generato una vera certezza. Era più forte la constatazione della morte, che sembrava naturalmente l’ultima parola.Con queste poche battute riguardanti quel fatto stupendo che ancora oggi tutto il mondo ricorda, si dice che la resurrezione esiste veramente, il Signore è risorto. E vi sono i testimoni. Ma come è possibile che uno risorga? Anche noi siamo chiamati a risorgere, solo però se saremo trovati in Cristo. La testimonianza di Pietro è fondamentale sulla resurrezione di Cristo, come Giovanni è modello per coloro che vedono e credono. Così gli apostoli possono vantarsi di aver mangiato e bevuto con il Risorto. Noi oggi siamo i chiamati ad essere testimoni della resurrezione attraverso la nostra vita di fede, per l'annuncio ricevuto. Così la resurrezione conferma che l'uomo non è fatto per la terra, ma la sua vera dimora è Dio. La Pasqua è passaggio da un modo di essere ad un altro, dal peccato alla grazia. Paolo ci invita a cercare le cose di lassù, dove è Cristo nella gloria. Vado a prepararvi un posto, ci diceva già allora quando era con noi. Attraverso la sua morte e resurrezione ora questo posto è preparato.

 

 

 

 

 

 

 

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