Rileggendo la catechesi di papa Francesco.

“il diavolo agisce, ma Dio è più forte”.

Dopo il saluto del Buon Giorno, ormai abituale, ai presenti in piazza
san Pietro per la catechesi del mercoledì, il papa presenta
l’argomento della giornata, “la Chiesa” o “il Popolo di Dio”, del
Conc. Vat.  II, al n.9 della Lumen Gentium.
Questa presentazione l’inizia con delle domande, in modo che ognuno
possa riflettere e dare con la vita una risposta coerente.

Cosa vuol dire essere “Popolo di Dio” ?

Certamente Dio non appartiene in modo proprio ad alcun popolo, perché la chiamata alla salvezza viene da Lui fatta a tutti gli uomini per
entrare a far parte del suo popolo, è un invito a tutti e senza distinzioni, Lui che è amore e misericordia vuole e opera la salvezza di tutti (1Tim. 2,4).
Anche Gesù, nel tempo della sua presenza, non ha detto ai suoi
apostoli di formare un gruppo esclusivo, ma dice loro: andate e fate
discepoli tutti i popoli (Mt. 28,19).
Paolo scrivendo ai Galati (3,28) dice: “non c’è più giudeo ne greco…poiché tutti siete uno in Cristo Gesù”. Leggendo queste espressioni, ogni timoroso che pensa di trovarsi lontano da Cristo, trova sicurezza, deve sapere che è amato ed è chiamato a far parte del suo popolo.

Come si realizza questa appartenenza al Popolo di Dio?

Non dipende certamente dalla nascita fisica, ci ricorda Francesco, ma da una nuova rinascita, programmata dall’alto, dall’acqua e dallo
Spirito, così dice Gesù a Nicodemo (Gv. 3,3-5).
Attraverso il Battesimo veniamo introdotti in questo popolo, attraverso la fede, che è poi dono di Dio, ecco perché “dall’alto”, dono che accolto va alimentato durante tutta la nostra vita.
Ognuno è chiamato a far crescere questa fede attraverso la preghiera e l’osservanza dei Comandamenti, perché questa è la fede del  popolo di Dio.

Ma quale è questa Legge?

Leggendo il Vangelo scopriamo con chiarezza che è la legge dell’amore, amore verso Dio e amore al prossimo, come ci viene suggerito dal comandamento nuovo di Gesù (Gv. 13,34).
Un amore non sterile o incerto, richiede un riconoscere Dio,
riconoscerlo come unico Signore della vita, e accogliere l’altro come
vero fratello.
Per accogliere l’altro come fratello, occorre saper superare divisioni, rivalità, incomprensioni, egoismi, Dio e l’altro sono tema che vanno insieme.
Questo cammino dello Spirito, verso l’amore, sarà lungo prima di
riuscire a vivere pienamente questa nuova legge, quello dello Spirito
Santo che agisce in noi, è il cammino della carità e dell’amore.
Non è ammissibile che i cristiani si facciano guerra nei quartieri, nei posti di lavoro, guerre di invidie, di gelosie. Queste guerre spesso le troviamo anche nelle nostre famiglie, le guerre interne.
Dobbiamo saper chiedere a Dio di capire bene questa legge, perché è bello amarci gli uni gli altri come fratelli. Se ci troviamo arrabbiati con qualcuno, dobbiamo dirlo al Signore, e preghiamo per loro. Pregare per quelli con i quali non siamo in armonia è un passo
già verso la legge dell’amore, occorre farlo, farlo sempre e farlo già
oggi.

Quale la missione di questo popolo?

La vera missione è quella di portare la speranza e la salvezza, essere
cioè segno dell’amore di Dio che invita tutti a costruire amicizia con
Lui, essere quindi come il lievito che è capace di fermentare la pasta
– la Comunità, ed essere ancora sale che da sapore e che libera dalla corruzione, e in ultimo luce che illumina. Aprendo ogni giorno i
giornali, vediamo come il male c’è, il Demonio agisce sempre, dobbiamo però ricordarci che Dio è più forte, dobbiamo crederlo e dirlo insieme che Dio è più forte. Lui è il Signore, è l’unico Signore.
Se noi portiamo la luce del Vangelo la realtà può cambiare,
specialmente con la nostra vita.
Singolarmente siamo una piccola fiammella, ma tutti insieme diventiamo uno splendore, una sola luce non illumina, ma tante luci insieme producono un grande chiarore.
E’ come illuminare una piazza con una sola lampada o illuminarla con
centinaia di lampade, la cosa cambia. Così deve corrispondere la
nostra vita, essere tutti luce di Cristo, per portare insieme la luce
del Vangelo all’intera realtà.

Quale è il fine di questo Popolo di Dio?

Il fine proprio, iniziato da Dio sulla terra, è lo stesso Regno di Dio, che deve essere ampliato fino al suo compimento, quando cioè Cristo comparirà nuovamente sulla terra (Lumen Gentium 9).
Il fine è la piena comunione con il Signore, la familiarità con Lui per entrare nella sua stessa vita divina, dove troveremo la gioia del suo amore senza misura.
Essere Chiesa o Popolo di Dio vuol dire essere il fermento di Dio in
questa umanità, annunciare e portare la salvezza di Dio nel nostro
mondo bisognoso di risposta che incoraggi, mentre l’umanità ora sembra smarrita, che dia speranza e una nuova forza per il cammino.
La Chiesa deve essere luogo della misericordia e della speranza di
Dio, dove tutti si sentano accolti,  a loro agio, perdonati e incoraggiati a vivere la vita del Vangelo.
Per far questo la Chiesa deve saper tenere le sue porte sempre aperte a tutti, perché tutti possano entrare a far parte del Popolo di Dio.
Quando usciamo da quelle porte sia però solo per annunciare il Vangelo e non per scappare.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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