Tempo Ordinario - XIX Domenica (Giovanni) - B

Io sono il pane vivo disceso dal cielo -

1Re 19,4-8 /Sal 33 / Ef 4,30;5,2 / Gv. 6,41-51

Il Maestro si è così presentato come il vero pane disceso dal cielo. Il valore del pane sta nel nutrire l'affamato,c'è pure un nutrimento nuovo anche per lo spirito,che di per sè è molto più importante,perchè lo spirito è esigente e vuole conoscere. Questo nutrimento è Cristo stesso,la Sua parola ma anche il suo corpo che è dato in sacrificio per noi,per la nostra salvezza. Gesù lo insegna chiaramente,tutti saranno ammaestrati da Dio. Lui è il vero pane che discende dal cielo per soddisfare la fame di conoscenza del mistero stesso di Dio. Solamente il Figlio potrà svelarlo,in quanto Lui solo lo conosce pienamente. Dice ancora che solo colui che discende dal cielo ha visto il volto del Padre,e coloro che accoglieranno e crederanno alla Sua parola saranno salvi. Nutrirsi di Cristo,Parola e Pane,è entrare nella pienezza della vita.

TRACCIA di RIFLESSIONE:

Ogni domenica, trovandoci insieme come famiglia di Dio, riscopriamo la grazia di chiamare il Signore con il nome di Padre e di avere in dono lo spirito i figli adottivi. Solo questa paternità di Dio che i offre la fede e la forza di trovarlo sempre presente negli avvenimenti della vita e della nostra storia, per affrontare serenamente ogni prova. Certamente non mancheranno difficoltà e sofferenza, ma on la fiducia e la certezza che il Signore i è vicino, che egli accompagna la Chiesa durante il pellegrinaggio nel mondo, in cammino e in attesa della contemplazione della luce del volto del Cristo. Il nostro incontrarci non è per evadere dal mondo, ma per vivere da figli di Dio.

1 Lettura: in questo brano scopriamo la persecuzione al profeta e della sua stanchezza che lo portano ad avere un unico desiderio: quello della morte. Si dichiara sconfitto e ormai senza forze. Ma Dio non è di questo pensiero, e sebbene nel deserto interviene a rinvigorirlo, come un tempo ha rinvigorito il suo popolo dell’esodo con la manna, l’acqua dalla roccia e le quaglie.

Dio quindi non abbandona mai, spesso abbiamo l’impressione di essere lasciati soli in preda ad ogni evenienza. Oggi abbiamo il nostro pane del deserto, che è Cristo, e l’acqua, che è il dono dello Sp. Santo. Possiamo quindi affrontare il cammino per incontrarlo faccia a faccia.

2 Lettura: in questo brano i viene ricordato che il giorno del nostro battesimo è stato il giorno della nostra Pasqua, il giorno della redenzione. Infatti abbiamo ricevuto in dono lo Sp. Santo e ne portiamo l’impronta, il suo sigillo. Paolo ci esorta a non rattristare lo Sp. Con la mancanza di carità, con le malignità, maldicenze e rifiutando il perdono. Comportarsi così vuol dire non imitare la misericordia di Dio e tanto meno il sacrificio del Cristo. Siamo chiamati a rallegrare lo Sp. Rinnovando in noi il sacrificio del perdono, sarà difficile, ma è vera vita ristiano.

Vangelo – Gesù è veramente disceso dal cielo, è il Figlio di Dio. I Giudei mormorano, non si lasciano guidare da Dio, non vivono la sua parola; cioè non credono come non credevano i loro padri nel deserto. Chi crede riceve Cristo, il pane disceso dal cielo, cioè riceve la sua carne data in sacrificio per la vita del mondo e quindi riceve la vita che preserva dalla morte. E’ la fede che è richiesta per prendere in noi l’eucarestia partecipando alla mensa del Signore. Attraverso l’eucarestia noi stabiliamo un’intimità con Gsù il cui mistero è di essere Figlio di Dio, l’inviato per la nostra salvezza.  

 

Tema di questa liturgia domenicale è ancora il pane che Gesù offre, ma è pane di vita. Per questo suo ragionare i Giudei reagiscono -mormorando scandalizzati- perchè Gesù si dichiara - pane disceso dal cielo. I Giudei, conoscendo bene i natali di Gesù, contestano questa sua dichiarazione nel proclamarsi "pane disceso dal cielo" dicono è uno di noi e come noi.Il problema si manifesta: come mettere insieme e conciliare la sua origine umana, constatata, con la sua asserita origine divina? Tutti i segni che compiva dovevano servire ad aprire gli occhi, o far intuire in Gesù una nuova realtà che andava oltre le apparenze: era davvero uno di loro, ma anche tanto diverso da loro. Gesù non si scompone per la mormorazione dei Giudei, ma come abbiamo sentito: è disceso dal cielo - è venuto da Dio - ha visto il Padre - ed è il pane della vita, pane cioè che dona la vita eterna, quella che non si spegnerà mai. "Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno". Quindi con grande autorità afferma che è disceso dal cielo proprio per questo, perchè chi mangia di Lui non muoia. Qui l'uomo si sente provocato a compiere l'atto di fede, ad accogliere Cristo nella sua realtà umana e divina e nella sua capacità di donare la vita eterna. "Chi crede ha la vita eterna" Ora sappiamo che la fede è dono, lo dice lo stesso Gesù: non mormorate tra voi. Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre che mi ha mandato. E' importante perciò lasciarsi attirare dal Padre e lasciarsi anche ammaestrare per capire il grande dono che ci è stato fatto. Questo pane che Gesù ci offre in realtà è la sua carne per la vita del mondo. In questo c'è un annuncio del sacramento dell'Eucarestia, a Cristo che si farà pane, nostro cibo (corpo e anima) la parola "carne" indica tutta la persona. In questa pagina troviamo già l'annuncio del suo sacrificio sulla croce, e alla sua esistenza - data - per gli uomini, completamente donata. L'apostolo Paolo ci suggerisce, nella seconda lettura, di camminare nella carità alla maniera di Cristo che ha dato se stesso per noi, offrendosi al Padre. Eliminiamo ogni asprezza, sdegno, ira, clamore, maldicenza e malignità.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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