MARIA

LA DISCEPOLA

Dobbiamo e possiamo dire che la Madre del Dio uomo è una vera discepola, l’obbedienza è la sua particolare attenzione alla Parola, il discepolo infatti, per imparare deve saper ascoltare, e per ascoltare sono richieste altre particolarità, quali la compostezza, il silenzio e amore a ciò che si vuole apprendere. 

Queste qualità noi le troviamo in Maria già all’inizio quando l’Angelo la saluta e le affida il messaggio dell’amore di Dio.
In quel momento lei è raccolta in preghiera, dimostrando già amore alle parole del Signore conosciute e scritte già nei papiri o rotoli.
Lei ascolta e comprende, piano, piano, con l’aiuto dello Spirito, che poi la renderà madre, il desiderio e la proposta di Dio. Dio vuole farsi uomo in lei.
La giovane ragazza capisce il senso delle parole, perché vive la sua vita normale come ogni altra ragazza del suo tempo e… non conosco  uomo, dice al suo interlocutore.

Alla parola rassicurante, lei candidamente risponde: “ si faccia di me secondo la tua parola” Il discepolo è colui che si lascia ammaestrare e accetta il cammino formativo, ne condivide ogni suo spazio lasciandosi guidare dalla parola e noi diciamo anche dalla vita del suo maestro.
Maria si fida di questa parola e si dichiara disponibile a questo ruolo che le è stato proposto.
Noi sappiamo che il discepolo è provato con molti compiti, così Maria diventa la discepola impegnata a svolgere le varie mansioni che la vita richiede giorno per giorno e che la fede e l’obbedienza propongono.
A differenza dei tanti discepoli che spesso si lamentano, Maria, presa dall’entusiasmo si dichiara disponibile a questo ruolo dicendo: “sono la schiava del Signore”.

DISCEPOLA NELLA MATERNITA’

Anche in questa situazione, Maria, si fa discepola degli avvenimenti della vita, anche perché la vita è maestra e insegna molto o anche tutto.
Anche per lei giunge il momento di dare alla luce il suo bambino.
Un discepolo attento, in tali situazioni, prepara tutto l’occorrente per un così grande avvenimento, noi sappiamo che per Maria non c’è stato luogo adatto per motivi  della legge che l’obbligava per il censimento a trasferirsi a Betlemme, ma noi possiamo dire che a questo grande avvenimento aveva preparato il cuore, con tutto quel coraggio e
forza spirituale di cui era capace e con quel decoro necessario perché si realizzasse il dono di Dio che era in lei.
La tenerezza, l’amore, la presenza d’animo, il raccoglimento, il coraggio e tutte quelle altre qualità che si apprendono specialmente quando la vita incalza e spesso non dà il tempo necessario per provvedere, come invece il tempo c’è e si perde sui banchi di scuola.
  Maria ha imparato ad essere madre in questo suo essere sballottata sulle vie del mondo per non dire in mezzo ad una strada, benché madre del Creatore e regina del mondo, come la invochiamo noi.   La sua maternità diventa modello per le madri, perché in lei traspare la gioia nell’accogliere la vita che sarà la vera vita per tutta l’umanità.
Ogni vita che sboccia è un dono irrinunciabile e gratuito della presenza di Dio creatore.

 

DISCEPOLA AL TEMPIO NELL’OFFRIRE

E RISCATTARE IL PROPRIO FIGLIO

Il tempio non solo è luogo di preghiera e di incontro col Signore, ma è anche luogo dove si apprende a vivere l’insegnamento della propria fede.
Maria conosce le leggi del Tempio e del tempo, per questo porta il suo bambino per offrirlo e per purificarsi, anche se non ne aveva bisogno, perché così prescriveva la legge.
Questo suo modo di fare è un essere discepola della tradizione, che è poi parte essenziale del nostro vivere di abitudini e altro, ed è anche un gioire nell’adempiere ciò che è suggerito, perché è un credere profondo e quindi un condividere appieno.
Al Tempio Maria si ritrova discepola in mezzo ai discepoli di ogni età e di ogni razza e luogo, e si trova a suo agio, perché è discepola che testimonia e riceve testimonianza per la cresca della sua vita.

DISCEPOLA IN EGITTO

Lei già conosceva la sofferenza del popolo quando era stato schiavo in Egitto ed anche la liberazione ottenuta tramite Mosè, Questa esperienza dell’esilio la matura come donna che è chiamata ad affrontare un viaggio difficile, nell’incontrare nuove usanze, lingua
e tradizioni che non sono sue.  Si fa discepola nel farsi accogliere da quella popolazione ed anche umiliarsi nei vari servizi che dovrà sostenere per provvedere con Giuseppe, suo sposo, ai bisogni della famiglia.
Il Vangelo non ci dice nulla di questo tempo.
Certamente anche questo tempo d’esilio diventa scuola da non trascurare per non morire, bisogna quindi adattarsi, ma non nel negativo, adattarsi nell’apprendere per non soffrire e far soffrire.

DISCEPOLA AL TEMPIO QUANDO RITROVA IL FIGLIO

Era salita per la festa di Pasqua, come ogni anno, al tempio portando il bambino ormai dodicenne, dopo la festa però Gesù si ferma all’insaputa dei suoi con i dottori nel Tempio, solo dopo tre giorni lo ritrovano, e Maria quale discepola e madre si sente dire” non
sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio? “ L’ansia, la paura e l’angoscia nell’aver smarrito il figlio fanno scuola al cuore di Maria che si sente continuamente accompagnata in queste novità improvvisate del suo vivere, anche perché lei non è immune dalle condizioni di fragilità umana della sua gente, eccetto il male in
quanto “piena di grazia” e Immacolata.

DISCEPOLA NEL MEDITARE TUTTO QUELLO…di lui

Un buon discepolo non si accontenta di ascoltare soltanto, ma cerca di riflettere e ricordare tutto per maturare e crescere dentro la disciplina che sta affrontando, così Maria è attenta e riflessiva, ricorda tutto quello che viene detto a riguardo del suo figliolo, e nel suo cuore.
Lei stessa poi seguirà il figlio per sentirlo annunciare la lieta novella.
Allora la gioia dell’apprendimento sarà grande, perché risentirà in sé tutte le profezie riguardanti il Messia, e Maria riconosce sempre più nell’opera del figlio la presenza del divino che è disceso per portare la salvezza.
Di queste cose ne parla nel segreto della sua preghiera con il Signore, in seguito poi con i discepoli del suo figlio in attesa e dopo la Pentecoste e ancora con coloro che chiederanno notizia del Maestro.  Lei è discepola anche nel riferire, in quando rimedita nella gioia le parole di salvezza.

DISCEPOLA ALLE NOZZE DI CANA

Cosa si potrà mai imparare ad un banchetto di nozze quando tutti sono intenti a soddisfare la gola con cibo e bevande e la festa è irrompente su tutti i volti?
Basta guardarsi attorno, la presenza dei vari ospiti, parenti, amici e conoscenti ed anche servitori presenti, hanno un qualcosa di
particolare che può colpire la nostra attenzione, un particolare comportamento, un linguaggio non solamente espresso con la voce, ma
anche il modo di manifestarsi di ciascuno, possono essere occasione per imparare, l’attenzione alle cose, alle persone e ai luoghi
insegnano sempre del nuovo.
Maria osserva e si accorge dell’imbarazzo della mancanza del vino, occasione per un fallimento della festa delle nozze, così provvede.
Ora sappiamo che ogni luogo e situazione sono per il maestro e il discepolo  motivo per apprendere, c’è sempre da imparare per provvedere, aiutare,consigliare, guidare e suggerire.
Così a fatto Maria col suo Gesù “ non hanno più vino “  Importante è attendere fa capire Gesù. Attendere che cosa?
Che tutto sia pronto per partecipare alla gioia che è frutto di maturità e d’impegno personale richiesto in questo caso agli sposi attraverso il dono del vino buono conservato fino alla fine del pranzo, e anche nel riconoscere e credere da parte dei discepoli che
Gesù è veramente il Messia.

DISCEPOLA NEL CERCARE IL FIGLIO

E’ infatti il discepolo che cerca il maestro, a volte è il maestro che vuole essere  tale che si cerca dei discepoli.   Maria cerca il suo Gesù, ma il Vangelo non ci dice il perché lo cerchi.  “ tua madre ti cerca” dicono a Gesù e lui, guardandosi attorno risponde che coloro
che ascoltano e mettono in pratica la parola, sono per lui, madre, fratelli e sorelle.
Si potrebbe dire che Maria si trovi spiazzata con questa risposta, e invece no, Lei capisce  che in quel momento è importante l’annuncio che Gesù sta facendo, perché la gente ha bisogno della parola nuova di verità.

DISCEPOLA SOTTO LA CROCE

La croce è grande maestra, Maria ha capito chiaramente il suo ruolo nell’accogliere, accompagnare, seguire e assistere il suo figlio morente.
La croce è sofferenza, è umiliazione, è coraggio e vita.   Così Maria ha maturato la sua crescita umana e spirituale in tutto il suo cammino per giungere con dignità ( stava ) sotto la croce dove il suo figlio pendeva morente, sacrificato quale agnello immacolato al Padre, per riscattare l’umanità dal peccato.   

Maria ha capito il suo ruolo insieme al figlio in quell’obbedienza data all’inizio del suo incontro con il messaggero “eccomi sono la serva “.
La schiava è la persona sempre umiliata e umile, ma è sempre fedele al suo padrone.
Maria in questa sua condizione ha imparato la pienezza dell’amore che è soprattutto donarsi per gli altri,  lei per il figlio e lui per tutti noi.

DISCEPOLA NELLA RISURREZIONE

Anche questo grande avvenimento diventa per Maria occasione per imparare nel perseverare nell’attesa.
La paziente attesa aiuta ogni uomo a veder concretizzato quello che può essere il suo progetto.
Ora, qui, Maria è in attesa del progetto del Figlio “il terzo giorno…” ed anche lei come discepola che è partecipe di questa promessa, attende la realizzazione.
E’ in attesa nella gioia della fede, perché ha fiducia nella parola del Figlio che è passato in mezzo a noi facendo del bene a tutti e insegnando a vivere nella e della verità.
La verità è premio a coloro che vi aderiscono , e Maria è premiata perché il terzo giorno
il figlio risorge e si manifesta poi più volte ai suoi in modo che facciano esperienza della nuova vita del risorto.

DISCEPOLA IN ATTESA DELLA PENTECOSTE
Lei ripiena di Sp. Santo, lei che ha generato per virtù dello Spirito Santo si fa ancora discepola che attende la chiarezza, dono del figlio che accompagnerà e guiderà alla comprensione intera.
Il discepolato lo si vive anche comunitariamente per crescere sempre più nell’amore di Dio, in quanto lo Sp. è l’amore del Padre e del figlio dato a noi per conoscere interamente il mistero di Dio.
Mentre gli altri discepoli saranno guidati a questa conoscenza, Maria quale discepola, ora conosce appieno il significato di quelle parole:
“Ave, piena di grazia,… e ne gioisce pienamente in attesa della sua Ascensione che la porterà finalmente e per sempre a ricevere e godere quella gloria dei cieli dove sarà incoronata Regina.
Possiamo concludere che il vero discepolo, che crede, spera e ama non sarà deluso, ma conoscerà e possederà la gioia e la gloria della verità.

 

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