LA FEDE SCOUT

 

E’ il nostro quotidiano

incontro con Gesù,

vivendo la Promessa

perché possiamo identificarci con lui,

rispondendo alla sua chiamata,

attraverso il servizio, dove

possiamo e dobbiamo testimoniare

con gioia e con la vita,

l’annuncio del Vangelo.

La fede è la nostra risposta

al grande dono dell’amore,

che ci permette di

incontrarlo ogni giorno

nel volto del fratello,

riconoscendolo figlio di Dio

e fratello da amare.

La fede è un’esigenza,

esigenza di vita

del nostro cuore, nel donarci

nell’incontrare tutti come amici,

che sappiano sollevarci e perdonarci

nel momento della debolezza,

senza mai perdere la stima

nei nostri confronti,

perché creature fragili.

La fede è la luce nuova

del cuore sempre vigile,

che ci accompagna ovunque,

sebbene intorno e

dentro di noi,

spesso c’è una pigrizia profonda

che ci incatena.

La fede è il nostro camminare,

per le strade del mondo,

dove nulla e nessun impedimento

potrà cambiare in noi,

il sorriso della speranza

che il fazzolettone al collo

e lo zaino sulle spalle,

che portiamo con fedeltà,

ci spronano nel cammino.

 

La gioia della fede

Non tutti coloro che dicono
di credere,
hanno in sé la gioia della fede.
Questa è una forza interiore
che mobilita e nobilita
ogni nostra attività per
ricavarne frutto e svolgere ogni opera
con grande responsabilità.
La gioia ha bisogno
di vero nutrimento,
per questo la sacra Scrittura è un piatto,
appetitoso,
che offre ogni soddisfazione,
la preghiera è vera compagna di viaggio
che è presente nelle nostre fatiche,
la Messa domenicale è fonte di
vera comunione con Dio
attraverso il Corpo del Signore e,
e ci fa conoscere e crescere
insieme a tutti i presenti
che noi accogliamo come fratelli,
nell’unica fede.
La loro presenza al sacro rito e,
il loro aiuto,
materiale e spirituale,
è per noi stimolo
e forte incoraggiamento per
crescere e credere,
è un nuovo percorso
che si apre davanti a noi per
incontrare la luce vera,
quella luce che illumina ogni uomo,
e diventa incontro di vita,
con colui che è il Signore.
Solo così è appagato
il desiderio di vedere e
conoscere colui che è da sempre
il vero Amore.

Anno della fede.

La fede è, dai più, vissuta ogni giorno,
individualmente,
chi solo nel pensiero
chi attraverso una vita di carità,
chi con solo parole e tanta sofferenza,
chi, ancora, nel silenzio
gioioso nella preghiera.
Un anno ci viene raccomandato,
per riscoprirla e vivificarla,
è detto della Fede,
vuol essere per tutti noi,
“ santo “,
è invito a rivedere il perché
del nostro credere,
se in Dio oppure,
in noi stessi.
Diversa certamente sarà la situazione finale.
L’anno della fede è un rinnovare
il nostro stare con Cristo, è chiedersi
come è avvenuto il nostro primo incontro,
quale segno ha provocato in noi,
e come ora lo viviamo nel quotidiano.
Sarà certamente un anno di Grazia che
richiede, in noi, un vero cambiamento,
una conversione autentica,
al primo incontro,
un ritornare alla sorgente della Grazia,
che ci è stata elargita,
per dissetarci ancora della Parola,
che trasformi quelle nostre pigrizie
e ci rinnovi nella vera gioia
nel saperla vivere e donare.
E’ tempo d’affrettarci,
i giorni scorrono veloci,
non possiamo perdere questa
nuova occasione di vita.

L’ALBA

Un’alba nuova, straordinaria,
si è presentata nel cammino
della nostra vita,
l’alba non di un nuovo giorno,
ma quello della fede.
E’ stato un giorno ben preparato,
gran movimento intorno a noi,
da parenti e amici,
molti altri vi hanno partecipato,
ed hanno gioito per il grande
avvenimento con cuore aperto,
perché proprio nel momento
solenne, quando l’acqua
bagnava il nostro capo,
la grazia scendeva su di noi,
e si apriva la porta della fede,
si apriva anche per noi.
E’ stato un applauso di mani,
la gioia ha trionfato
ed è entrata nella nostra anima e
nuovamente in quella di tutti i presenti,
che ora resi testimoni
del grande avvenimento,
del dono della fede depositato in noi,
da quell’acqua,
ora sono chiamati a
vivere e a trasmettere
una vita di genuina fede.
Con questo particolare dono,
anche noi,
siamo stati scelti ad essere
figli di Dio,
fratelli con Gesù,
e con ogni uomo che
incontriamo sul nostro cammino.


Il Tramonto.

Solo in particolari sere,
quando il tempo ce lo permette,
e non siamo troppo stanchi,
riusciamo a fermarci per
contemplare un tramonto
del sole, ormai lontano,
sul mare o sulle vette dei monti.
E’ un momento speciale che
colma il cuore di meraviglia e
porta una grande serenità,
per tutto quello che l’occhio può
vedere e rubare intorno.
Ma non è meraviglia quando,
in noi, illusi,
la nostra vita subisce il
tramonto della pratica della fede e,
la fede stessa.
Era grande gioia, vi era coraggio, amore,
tanta carità e disponibilità,
quando la fede era nutrita,
dalla Parola e dall’Eucarestia,
ma, l’orgoglio e la vanità,
la mancanza di autentica umiltà,
non ci ha permesso di nutrirla
attraverso quella Parola,
che poi è Persona,
donata a noi dal cielo,
e che sola,
parlava di semplicità e,
conduceva una vita
di autentica carità,
verso tutti, specialmente
verso i più bisognosi,
i peccatori, per
riconquistarli all’amore del Padre.
E’ una tragedia finire così.
Il suo amore è grande,
lasciamoci riconquistare

da lui.

di Giorno.


Quale grazia per noi,
e quante grazie dobbiamo
proferire al Cielo,
quando un nuovo giorno
ci viene donato.
L’animo si apre all’entusiasmo
per svolgere alla meglio,
con cuore sereno,
le varie attività che la vita
ci chiede nuove, nella giornata.
Nuove attività, anche se ripetitive,
nuove perché c’è entusiasmo,
c’è una forza che in te
si sprigiona,
nuove perché è sempre il Cielo,
che te le chiede,
perché:
dicono amore e disponibilità,
servizio e umiltà,
dialogo aperto a tutti,
amore da donare o
ancora da costruire,
per la pace da diffondere o
ricostituire,
per un nome da diffondere
con tutta la grazia che porta
con se,
ma soprattutto per la tua fede
da consegnare a nuovi fratelli.
Una fede che non riesce
a farsi conoscere è
di per se una fede morta.
Se la fede è gioia,
perché è incontro con qualcuno,
non può rimanere nascosta,
apriamoci dunque con coraggio
nel donarci con tutto il cuore.

di NOTTE

Quanta soddisfazione a sera,
quando puoi coricarti
sereno, sebbene stanco e a volte
amareggiato perché incompreso,
per tutto quello che hai potuto
consegnare in umiltà
al tuo Signore e ai fratelli
che attendevano il frutto del tuo lavoro
 da loro ordinato.
Quando, contento del tempo che
hai saputo donare ai tuoi di casa,
in piena libertà e amore,
quando hai trattato ogni uomo
come autentico fratello,
quando hai usato ogni dono,
sempre gratuito e a te donato
dal buon Dio,
per trasformarlo in carità profonda.
Quando non hai dimenticato,
di donarti,
un tempo di grazia,
per crescere,
nel dono della fede,
in momenti di preghiera e formazione,
di silenzio operoso,
di confronto con chi è
nella prova e vive la sua fede,
con autentica testimonianza
senza lamentarsi, ma
offrendosi ancora, perché
in lui si compia la volontà
di Dio.
Solo allora il riposo della notte ti sarà
di grande sostegno per
un nuovo giorno,
tutto ancora da costruire.

Riscoprire la FEDE.

Riscoprire il dono che da piccoli,
i nostri cari ci hanno offerto,
è grazia,
ma ora chiede conversione.
Molto tempo è passato e,
il dono è stato dimenticato,
la vanità ci ha raggiunto.
Ora in questo anno, va
rinnovato attraverso le letture
delle Sacre Scritture e,
i tanti documenti che
il Vaticano II ci ha,
con molta prudenza,
lasciato per crescere.
Un cammino nuovo,
ci viene chiesto,
perché,
l’incontro con Cristo,
sia gioioso.
La gioia accolta,
vissuta e offerta è
arricchimento di grazia,
per la Chiesa tutta,
è missione spontanea,
compiuta e ancora da compiersi,
che abbraccia l’universo,
donando nuovi fratelli,
provenienti dai tanti paesi
del mondo.
La missione non è terminata,
è più urgente di prima,
molti infatti, hanno dimenticato
di nutrire la loro fede,
e sono caduti nell’inganno
di dottrine che non sono in grado
di dare serenità e gioia.

DAVANTI A TE, SIGNORE
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